domenica 29 luglio 2012

Wind of change

Katsushika Hokusai, Improvviso colpo di vento



-Inizio Registrazione Vocale-
Horyzon, Capital City

E' ciò che servirebbe a me. Un vento di cambiamenti. Alcuni ve ne sono già stati.
Giorni scorsi ho incontrato Lars Wolfwood, abbiamo parlato ed è venuta fuori una collaborazione particolare con la Shouye. Devono mettere in scena due eventi. Nel primo devo creare delle sculture d'arte culinaria. Nel secondo devo eseguire solamente un banchetto. Per me sarà uno scherzo, sia il primo che il secondo. Non mi piace quell'uomo. E' uno dei punti principali della Shouye ad Horyzon ma a mio avviso gli manca la classe e la sostanza per il ruolo che deve ricoprire. Gli ho mandato delle foto di alcuni prototipi per le statue culinarie. Non mi aspettavo una risposta subito con la scelta, ma almeno un messaggio di cortesia con cui mi diceva che aveva ricevuto il tutto si. Non vi è stato nell'uno, nell'altro. A questo punto faccio fede solamente alle parole che sono state dette o mi rivolgerò a qualcuno per avere un contratto da far firmare all'uomo.
Ho passato molto tempo con Hope nel frattempo. Il nostro legame stà diventando sempre più saldo e fermo, contornato dalle telefonate con i miei genitori.
"Non capisco come mai ti ostini a crescere la piccola da sola, quando puoi avere una sfilza di uomini" Queste sono le parole che mi ripete mia madre ogni volta che ci sentiamo. Non avrebbe nemmeno tutti i torti. Potrei avere una stuola di uomini ai miei piedi, ma non ne voglio nemmeno uno.
Ho rincontrato quel Bill Blackbourne. Era a servire dietro il bancone dell'Eagle's Nest su Greenfield. Gli ho chiesto informazioni su Rachel Adams, volevo sapere che fine avesse fatto quella donna. Mi ha risposto che era morta. Peccato che i rapporti dell'Alleanza la segnalano nuovamente dietro le sbarre. Quella sera Blackbourne, mi ha ripetuto tante volte la parola morta che ad un certo punto ho avuto la sensazione, confermata a seguito che fosse un messaggio indirizzato a me. Pare che abbia un conto in sospeso con Brent Ratliff. Mi ha scambiato per una sua spia. Peccato che come sempre Ratliff svanisce nel nero del Verse per lunghe giornate. Gli ho scritto. Gli ho detto che avevo bisogno di parlargli. Svanito. Per un pò starò lontana da quel posto.
Nei giorni scorsi ho incontrato anche Arkan Mc Corvin. Il comandante Mc Corvin. Persona ambigua. Dalle notizie che si leggono l'Alleanza svolge sempre il proprio dovere e credo che a spingere il tutto vi sia il carisma di quell'uomo. Un uomo che però se avessi avuto parecchi soldi mi avrebbe accompagnato seduta stante su Clakline per la questione degli schiavi. In parte non mi dispiace che sia così. Lascia ben vedere che sotto quella divisa vi è un uomo con pregi e difetti.
Mi ha fatto la domanda giusta però. Cosa vuoi andare a fare su Clakline? Già, cosa voglio e posso andar a fare su Clakline. Come si fà spirare un vento di cambiamenti?
Mi ha dato un informazione validissima. Charlotte Alcot ha una nave. Nonostante la storia sia finita fra di loro ho la sensazione che il loro rapporto non si potrà mai scindere. Se riesco a portarmi dietro lei in questa lotta, posso portarmi dietro anche il Comandante. Ma per far cosa? L'unica soluzione che mi è passata per la testa è tecnologica. Ma la tecnologia cosa, tanto quanto spostarsi su Clakline.
Non sò da dove iniziare e come fare. Devo contattare l'Alcot e vedere di tastare il terreno. Non mi posso indebitare.
Ricerca, ricerca, studia. Tenta e se non va bene ritenta. Conosci e riconosci. Continuano a balenarmi per la testa queste parole. Ho in mente di tornare per alcuni giorni su New London. Devo decidere quando. Forse a breve. Dovrò indossare nuovamente quella maschera da cui sono scappata, ma Hope ha bisogno di allontanarsi dalla tensione che a volte porto a casa.

-Fine Registrazione Vocale-

martedì 24 luglio 2012

Manipolazione mentale

I bambini imparano ciò che vivono
I bambini imparano ciò che vivono.
Se un bambino vive nella critica impara a condannare.
Se un bambino vive nell'ostilità impara ad aggredire.
Se un bambino vive nell'ironia impara ad essere timido.
Se un bambino vive nella vergogna impara a sentirsi colpevole.
Se un bambino vive nella tolleranza impara ad essere paziente.
Se un bambino vive nell'incoraggiamento impara ad avere fiducia.
Se un bambino vive nella lealtà impara la giustizia.
Se un bambino vive nella disponibilità impara ad avere una fede.
Se un bambino vive nell'approvazione impara ad accettarsi.
Se un bambino vive nell'accettazione e nell'amicizia impara a trovare l'amore nel mondo.
Doret's Law Nolte
- Inizio registrazione Vocale-
Greenfield, Oak Town

Ho scoperto di essere incinta di Hope pochi giorni dopo la morte di Julius. I miei genitori avevano già deciso di farmi parlare con uno psicanalista, ma dopo la notizia dell'arrivo di un bebè mi costrinsero ad andarvi. Tra le tante cose che mi hanno costretto a fare nella mia vita quella è stata la costrizione migliore. Ho fatto il mio ciclo di sedute e con la psicanalista è rimasto un sentito rapporto di amicizia.
Andai da lei anche poche settimane prima della nascita della piccola. Durante la gravidanza nascono mille domande, ma nel momento in cui si avvicina il parto solo una prende il sopravvento. -Che madre sarò?-
Quando glielo domandai alla psicanalista quale risposta potevo dare a questa domanda, mi fece un discorso che ho compreso solamente dopo. Quando Hope ha iniziato ad avere 1 anno e qualche mese di vita.
I bambini sono come un chip vergine da riempire con tutto quello che vivono. Se darai a tua figlia una vita spensierata e felice, la renderai felice ma nei momenti difficili dovrà sempre avere bisogno di qualcuno. Se darai a tua figlia una vita di solitudine riuscirà a vivere da sola, ma sarà per lei difficile fidarsi di qualcuno in un futuro.
I bambini diventano ciò che vivono.
In poche parole sui bambini può essere usata l'arma a mio avviso più distruttiva che vi possa essere.
La manipolazione mentale.
Fai vivere un bambino nell'odio e per lui o lei, odiare sarà l'unico sentimento conosciuto. Fai vivere un bambino tra agio e lusso e si ritroverà come me a 32 anni, che per rendersi conto che il Verse è tutt'altro vi deve sbattere il viso contro.
Quando ieri ho deciso di andare ad incontrare Roonamei Wilson, sapevo già cosa avevo in mente di dirle. Volevo parlarle degli schiavi che avevo visto ad Hall Point. Le ho chiesto di essere sincera con me, come quando parlammo dell' Eagles Nest, ma non mi aspettavo che lo sarebbe stata fino al profondo. Ho aperto quella cartellina con titubanza, pronta a leggere le cose più abnormi che si possano leggere. Leggere, non vedere. Non sò quante foto siano state, mi sono fermata alla terza. Tre sole. Tre che sono riuscite a sconvolgermi. Sono dovuta scappare. Al rientro dal ranch alla cittadina mi sono dovuta fermare e vomitare anche l'anima quasi.
Come si può ridurre dei bambini a quel modo? Come si può fare entrare nella mente di un bambino che comportarsi come un cagnolino è un bene o meglio ancora un privilegio? Negli occhi di quei bambini non vi era rabbia o rassegnazione, ma elogi per chi aveva messo loro in quella situazione. Erano contenti e si sentivano privilegiati nell'esserlo.
Miss Wilson, si è data di vigliacca. Ha del materiale in mano che potrebbe far rabbrividire tutto il Core. Lo tiene riservato e fà bene. Non la ritengo una vigliacca. Il giorno in cui diventerà madre capirà anche il motivo per cui si è fermata. E' qualcosa che ti sconvolge veramente.
Ma le colpe non sono nè di chi non le combatte, nè di chi le vive in tal modo. Non è colpa di Miss Wilson o per vigliaccheria che si scappa. Si è davanti a qualcosa di troppo grande.
L'ho capita anche quando ha parlato di futuro. Cosa possiamo riservare nel futuro a chi è cresciuto sotto dedizione e schiavitù?
Spezzare quei collari non è facile e il dopo lo sarà ancora di più. Se avere il collo stretto da un collare incatenato è segno di remissione, la piena e pura libertà può portare anche alla morte se si sbaglia.
Ma vi si può riuscire no? Anche nelle imprese più ardite e più folli vi può essere un barlume di speranza.
I nostri avi, quando scapparono dalla Terra-che-fù, compirono un impresa ardita e folle. Se non l'avessero compiuta io non starei registrando queste parole.

-Fine Registrazione Vocale-

sabato 21 luglio 2012

Utopia


-Ciò che è benificio per alcuni è venefico per altri. Non si può donare a Tizio senza derubare Caio. ( Tratto da Utopia, Tommaso Moro. Quadro di Kandinsky, Dipinto Blu)-
-Inizio Registrazione Vocale-
Horyzon, Capital City

Utopia. Ho cercato e ricercato il significato di questa parola e l'unica cosa che sono riuscita a fare è stata scolpirla in me. Ho sentito parlare per la prima volta di Utopia, quando in una lezione di Filosofia è stata presa come esempio per narrare un concetto di mondo senza guerre e senza conflitti. Una mera illusione, un falso ideale. Qualcosa che non si realizzerà mai.
In ogni religione che conosco e di cui ho sentito parlare, vi è sempre il conflitto tra bene e male. Nel Cattolicesimo, vi è la parola Paradiso. Quel posto effimero, utopico in cui regna la sola gioia. In cui non vi sono conflitti, in cui l'unico sentimento che c'è è l'Amore. Effimero, utopico. Si, non posso credere che esista veramente un luogo del genere. Come si vive in un luogo del genere?
Nella mia religione, il Buddhismo, il bene non può esistere senza il male e viceversa. Se ripenso alla serata che ho organizzato per Hall Point, luci ed ombre. Una non può esistere senza l'altro. Il bene non può esistere senza il male e se non vi fosse il male non vi sarebbe nemmeno la ricerca del bene. Essere una bilancia e dosare bene sia l'una che l'altra cosa rende... Budda. Un Budda accetta la sua innata bontà senza arroganza perché sa che tutte le persone condividono la stessa natura di Budda e, allo stesso tempo, riconosce la sua natura malvagia senza disperarsene perché è consapevole di avere la forza per controllare, superare e trasformare la propria negatività.
Questo mi sembra meno utopico. Il bene c'è, ma esiste anche il male.
Forse è perchè sono buddista e credo fermamente che non ho puntato il dito contro a Brent Ratliff sere scorse. Ma si può fare del male per del bene? Si può mutilare una persona per proteggerne altre? All'inizio gli ho risposto che nemmeno se mi avessero toccato mia figlia mi sarei comportata in quel modo, ma... Ma non è vero. Guai a chi proverà a torcere anche solo un capello ad Hope.
Brent non è tipo da fare il lavoro sporco. Almeno questa è la mia sensazione. Lo vedo più portato a pagare o ordinare a qualcuna delle sue security di farlo. Forse è per questo che va così tanto fiero di aver salvato le persone a cui tiene mutilando una donna pazza.
Mi domando una cosa però? Vi è una taglia su Rachel Adams. Perchè non intascare i soldi? Mille dollari non sono tantissimi, ma permettono la compra-vendita di schiavi su Hall Point, perchè non intascarsi quei soldi?
Vendetta. Forse è questo il motivo. Vendetta. 
Utopia. Tralasciandone il significato vero e proprio, credo che ognuno di noi imprima in questa parola il proprio significato in base a ciò che pensa, che crede. Un quadro utopico spesso rappresenta la vera felicità, un mondo idilliaco, una città illusoria. Oltre è la rappresentanza di due cose contrapposte tra di loro. Colori chiari in contrasto con quelli scuri, cerchi contrapposti a quadrati.
L'utopia è un contrasto. Un contrasto che deve bilanciarsi.
I contrasti possono essere infiniti. Come le vendette.
Per il resto, ho solo questa utopia che mi altalena nella mente. Tutto il resto è fermo, bloccato. Ho mandato delle pubblicità, ma non hanno avuto risultati.
Ho ricontattato Lars Wolfwood della Shouye ma non mi ha risposto ancora.
Devo trovare qualcosa da fare. Devo. Senza utopie. Devo.

-Fine Registrazione Vocale-

martedì 17 luglio 2012

We Shall Overcome


-Inizio Registrazione Vocale-
Horyzon, Capital City

Non riesco a togliermelo dalla mente. Non sono bastati i giorni trascorsi e non è bastato sentire le risate di Hope per cancellare il tutto. Quella sera l'ho portata al luna park qui a Capital City. Vedere la gioia nei suoi occhi non è servito a cancellare quei collari di cuoio che ho visto al collo degli schiavi su Hall Point.
Hall Point. Non sono in sintonia con il loro modo di andare avanti, ma allo stesso tempo non riesco a stare lontana da quel posto. Trattano, fanno soldi sulle disgrazie altrui.
Mia nonna anni addietro mi raccontò tanti enigmi provenienti dalla Terra-che-fù. Chi meglio di lei specializzata nella vecchia storia poteva saperle. In ogni pianeta, in tutti i tempi vi è sempre stata la schiavitù e vi è sempre stato chi è andato contro a combatterla. Le leggi di alcuni paesi lo permettono. Essere schiavi è non avere diritti, ma solo doveri. Doveri da svolgere senza poter mai alzare la testa, qualsiasi cosa venga richiesto di fare. Avere doveri, significa non avere un anima, non avere sogni. Non avere voglia di andare avanti. Avere doveri significa dover subire e basta.
Ho chiamato mia madre dopo aver visto quella scena. "Erano quelle le situazioni in cui bisogna tenere la bocca chiusa, mamma? Erano quelle le situazioni in cui una donna di classe deve solo fare complimenti e mai andare contro?"
Quell'uomo, un certo Olson e chissà cosa dopo, mi è sfuggito di poco. Non sarei riuscita a tenere la bocca chiusa, non sarei riuscita a fare complimenti senza avere voglia di saltare sui suoi schiavi e liberarli. E' entrato come il padrone dei padroni, in una parata per mostrare i suoi schiavi e far sapere che sono la sua fonte di reddito. Si è fermato a parlare con Electra Williams. Lei mi ha detto che Hall Point ci guadagna tanto in quello scambio. Come si può guadagnare sulle disgrazie altrui? Quell'uomo avrà ppiù soldi di me nel suo conto bancario, ma io ho imparato la parola Rispetto.
"Sabina, non puoi cambiare ciò che è così da anni e anni se non secoli" Me lo ha detto anche il giardiniere che ho conosciuto, Roman Sternberg. No, non potrò mai cambiare ciò che è scritto nelle leggi e nella storia, ma posso fare qualcosa. Spero di non ritrovarmi mai più davanti ad una scena del genere e se mai dovesse ricapitare voglio avere la forza e il coraggio di andarvi contro.
Ieri sera ho incontrato Adrian Duster. Abbiamo cenato all'Unification Park, sotto ad un gazebo perchè pioveva. La mia cucina gli è piaciuta veramente e ne sono contenta, oltre al fatto che sono stata benissimo insieme a lui. Per un attimo ho avuto il timore di poter rovinare tutto. Ho parlato apertamente. Non posso dargli niente se non l'amicizia e la mia compagnia. Mi sono sentita quanto una donna che lavora alla Shouye. Niente amore. Un solo cuore spezzato a metà che non vuole ricomporsi e che appartiene a chi non c'è più e a chi non conosce niente altro che l'innocenza della sua età. Fortunatamente ha apprezzato la mia sincerità e non se l'è presa. Vuole rivedermi. L'ho capito dalle mille volte in cui me l'ha detto. Lo rivedrò. Mi piace la sua compagnia e la sua allegria.
Nell'intermezzo tra una cosa e l'altra ho avuto modo di approfondire anche la conoscenza con Gab Astrom.
Quel ragazzo mi ha ricordato me, prima di conoscere Julius. La rigidezza dell'etichetta, il non dover far trapelare nessuna emozione. Come avere un collare di cuoio al collo. E' un ottimo artista, il suo modo di premere i tasti di un pianoforte è stupendo. Spero possa trovare anche il modo di andare avanti. Mi è sembrato un pò indeciso ancora. In fondo lo capisco però. Non è facile.
Questo pomeriggio ho fatto partire un pò di pubblicità. Speravo di poterlo fare in altro modo. Ma qui non si muove niente e come andare avanti mi rimane sempre più difficile.
Sono stanca senza fare niente.

-Fine Registrazione Vocale-

sabato 14 luglio 2012

La donna

La donna più sciocca può manovrare a suo piacere un uomo intelligente; ma ci vuole una donna molto intelligente per manovrare un pazzo
R. Kipling
-  Inizio Registrazione Vocale -
Horyzon, Capital City

Passare una serata con Hope e Bigears non ha eguali. Mia figlia stà facendo la mamma con il cucciolo. Ha una copertina che gli ha messo sopra e gli stà raccontando una storia prima di andare a dormire. Lui se ne stà fermo sdraiato sul tappeto e tutto quello che viene in mente alla piccola, se lo lascia fare tranquillamente.
Devo dire che in miniatura mia figlia rispecchia le donne che ho conosciuto in questi giorni.
Dopo il mio rientro da Greenfield sono andata alle Terrazze Verdi. Quando mia madre dice che vado a cercarmi i guai non ha tutti i torti. Andare nel posto dove sono stati lasciati liberi degli scorpioni è da folli. Sono una folle. E' stato in quella serata che ho conosciuto Dhemetra Ross, collega di Lars Wolfwood. Eravamo seduti tutti e tre allo stesso tavolino ed essere al centro dell'attenzione di due membri della Shouye mi ha portato in estasi quasi. Quella ragazza rispecchia in parte tutto quello che mia madre avrebbe sempre voluto da me. Eleganza, loquacità e bellezza. Lars Wolfwood non era da meno. Pensavo che il suo tempo fosse occupato dal pensiero degli scorpioni rossi, invece aveva già fatto il mio nome alla Shouye. Molto solerte. Ne sono rimasta sorpresa e non ne ho fatto segreto. Stò pregando perchè tutto possa risolversi con una collaborazione. Ho passato parecchie ore a studiare una nuova tecnica che vorrei sperimentare proprio da loro. Ma non voglio mettere il carro davanti ai buoi, come si dice sulla Terra-che-fù. Aspetto ed intanto perfeziono la tecnica. Oggi ho fatto shopping. Ieri sera mi è giunto il bonifico per il mio lavoro su Hall Point e ne sono felicissima. Ho scritto a Brent Ratliff per ringraziarlo, ma deve essere in giro da qualche parte per il Verse. Mentre camminavo nella piazza Carpathia, sono scivolata ed in soccorso è giunto il Comandante Arkan Mc Corvin. Avevo letto il suo nome nelle holonews e sinceramente non immaginavo minimamente come fosse fatto. Mi ha aiutato a rimettermi in piedi e abbiamo parlato un pò. Ringrazio chi mi ha insegnato a tenere testa con galanteria alle discussioni. Le nostre parole potevano sfociare in una lite furibonda. Il pensiero che ho dell'Alleanza e ciò che penso di alcune scelte che vengono fatte, non è segreto per nessuno in quelli che conosco. Dirle però ad un Comandante con tanto di divisa non è stato molto saggio. Veritiero ma non molto saggio. Ho tergiversato e mentito su alcune cose. Vorrei che tutto avesse una fine, ma in questa guerra io non voglio rientrarvi. Mentre stavamo parlando è giunta Charlotte Alcot, Vice-Ceo della Blue Sun. La pioggerellina che scendeva non si è tramutata in un temporale con fulmini e saette solamente perchè noi umani non possiamo comandare le intemperie e i nostri umori non possono influenzarle. C'è stata subito una strana atmosfera. Lei che saluta lui chiamandolo per nome e lui che ribatte con una frecciatina ironica. Ero più grande di Charlotte Alcot quando ho conosciuto Julius, ma non c'è età per una donna che s'innamora di un uomo in divisa. Esistono solo guerre. I suoi occhi verdi erano uguali ai miei. Quelle lacrime che non devi far uscire per orgoglio, erano uguali alle tante che ho ricacciato. La voglia di scappare, la voglia di gettare il tutto perchè è amore ciò che vuoi, non guerra. Il Comandante Mc Corvin era la copia esatta di Julius. Diretto, sincero, un uomo con tante cicatrici che non fanno altro che farti diventare tutto d'un pezzo. Quella divisa pesa più di un macigno. Un onore portarla, ma pesa. E tu? Tu innamorata non devi fare altro che trovare la forza e la ragione per aiutarlo a portarla. Non devi scappare, devi buttare giù tanti bocconi amari. Devi combattere anche quando non ne hai la forza. Mi ha fatto tenerezza. Ha un impero tra le mani. Il marchio della Blue Sun è in tutto il Verse e lei è solo una ragazzina seduta in una scrivania troppo grande. Le ho detto di tenersi ben stretto quel posto. Non per il ruolo ambìto da tanti, ma perchè tutto aiuta a crescere. Che sia una vittoria o che sia un fallimento. Ha solo questo difetto involontario, è piccola. Non è una sua colpa. Non sò come sia andata a finire tra di loro. Spero solo non sia scappata e spero tanto che il Comandante abbia abbassato un pò la corazza.
Tra tutto questo, tra tutte queste donne una diversa dall'altra, ognuna diversa da me ho un appuntamento.
Adrian Duster, Securer di Hall Point. L'ho incontrato proprio lì. Ero andata per cercare Ratliff ed ho incontrato lui. Un pizzico di malizia nei discorsi che stavamo facendo mi ha fatto comprendere che mi stavo infilando in un piccolo guaio. Piccolo, perchè siamo rimasti di incontrarci nuovamente e cucinare io per lui. Però alcune sue frasi sembravano dirette a me. Forse mi stò fasciando la testa senza essermela rotta ancora, ma quel sentore che mi allarma ogni volta che un uomo va oltre un normale apprezzamento di galanteria si è attivato.
Mio padre mi dice sempre che devo tornare a guardarmi intorno. Che non posso vivere nel ricordo e nell'amore di Julius. Ma non vi riesco. Invito le altre a non scappare dalle situazioni e combattere e poi sono io quella che cerca di non farle nemmeno partire.
Torno da Hope. Torno a stringere quel corpicino da cui non scapperò mai.

- Fine Registrazione Vocale -

mercoledì 11 luglio 2012

Ballad of the Absent Mare

 

Ed egli si appoggia al suo collo
E bisbiglia lievemente
''Dove tu andrai
Io andrò''
Ed essi diventarono come uno
Ed essi si indirizzarono verso la pianura
Senza bisogno del frustino

- Inizio Registrazione Vocale -
Verse, Rotta per Horyzon

Stò rientrando ad Horyzon. Quell'attacco dimostrativo che è stato fatto alle Terrazze Verdi usando gli scorpioni mi ha fatto cambiare un pò di scelte che avevo preso.
Ho passato degli splendidi giorni con Hope su New London. Riportare la bimba in un ambiente che conosce e che le è familiare ha ricaricato entrambe. Dopo quella discussione con i miei genitori, nessuno ha più ripreso quell'argomento. Non sò se prenderlo come un silenzio di rassegnazione o un silenzio che preannuncia un boato. Ho evitato di pensarci. Mi sono goduta a pieno mia figlia, le nostre risate e i momenti con lei. Mia madre ha rifornito il guardaroba di entrambe. Hope era una modella nata mentre si provava gli abitini nei camerini! Passare del tempo con lei e calmarla dopo le vicissitudini di Hall Point mi ha permesso di lasciarla anche un paio di giorni da sola con la balia. Si, nella partenza da New London abbiamo preso due navette diverse. Lei è rientrata a Capital City ed io sono andata su Greenfield. Oak Town. 
Quando conobbi Julius ci prendemmo un paio di giorni per andare su Whitmon. Lui sapeva che io adoro stare nell'acqua. Durante quei giorni di vacanza, mi fu detta questa frase : La terra si arrabbia come noi uomini. Ma lei non può fare a meno di noi, così come noi non possiamo fare a meno di lei. 
Sono passati anni da quella frase e solo adesso ho iniziato a comprenderne il significato. Ho dovuto mettere piede su Greenfield per comprenderla. 
Ho incontrato miss Roona Mei Wilson dopo che sono giunta in città. Splendida ragazza. La sua sincerità, la sua schiettezza sono state disarmanti. Io che sono stata educata per sapere sempre cosa dire e cosa fare, sono rimasta senza parole davanti a lei. Avevo paura. Si, molta paura a mettere piede nel suo ranch dopo le holonews che avevo letto, ma lei è riuscita a farmi calmare. Le ho parlato del progetto che ho in mente e le ho detto che costi quel che costi voglio la merce del Black Oak Ranch. Sono stata sincera. La limonata, fatta con limoni freschi e quei biscotti che sapevano di burro vero hanno confermato le mie idee. Nelle mie ricette voglio ingredienti veri! Mi sono trattenuta il dovuto e poi mentre mi facevo riaccompagnare in città ho fatto fermare la jeep. Campi sconfinati, cavalli, mucche, alberi da frutto. Black Oak Ranch è immenso ed è tutto sulle spalle di Miss Wilson. Non sò come faccia. Non ho osato chiederle l'età, ma sicuramente è più giovane di me e non sò come riesca a portare tutto avanti. Completo rispetto per quella ragazza che sarebbe arrivata a legarmi quando le ho detto che volevo fare visita all' Eagle's Nest. Il saloon di cui avevo letto qualcosa negli annunci di lavoro.Mi ha risposto che non era ambiente per me. E ha avuto ragione. 
Vi ho fatto visita ieri sera. Se veramente finissi a lavorare in un posto del genere mio padre mi ripudierebbe come figlia e farebbe di tutto per togliermi Hope. E lo farebbe seduta stante nel momento in cui gli dicessi  chi vi ho incontrato. Rachel Adams.
Che gli dei possano perdonarmi. Mi ha fatto pena quella ragazza. Aveva entrambi i polsi fasciati e dalla mano destra mancavano due dita. Le ultime notizie che avevo letto di lei la davano rinchiusa a Fargate dopo la condanna da scontare, quindi ho quasi dato per sicuro che le mutilazioni le fossero state inflitte dall'Alleanza. Mi sentivo in pena per lei e mi sono vergognata di credere nell'Alleanza in quei momenti. Mi ha prima detto di essere cugina di Evah Adams. A quanto ho compreso i loro rapporti non devono essere idilliaci. Mi ha detto che la vuole morta e pur non ne abbia conferma, l'ho legato a ciò che mi ha raccontato dopo. "Vuole sapere chi mi ha fatto questo? Hall Point" Ho tenuto per me il fatto che adoro Hall Point. Ho risposto da neutrale. In tutto vi è il marcio, anche nei pianeti del Core quindi figuriamoci su uno skyplex dove vi sono regole completamente diverse.  Le donne di Hall Point che ho conosciuto, possono far male. Quindi le credo.
Tra tutto questo? Tra tutti questi fatti ho incontrato Lars Wolfwood lo Xinren della Shouye. Mi ha detto che parlerà con chi di dovere alla Shouye per avere la mia collaborazione. Si!!! Riuscissi a creare qualcosa per la Shouye sarebbe avere nel curriculum una nota di rispetto, con la possibilità di aprire tante altre porte! Non ambivo a tanto ancora, sapendo che non è facile avvicinarsi alla Shouye. 
Mentre lasciavo Greenfield prima mi sono tornate in mente le parole di Bill. Ho compreso in parte anche quelle ed adesso capisco come mai si è disposti a morire per un pianeta che racchiude mille tesori. Spero solamente che vi siano meno morti e scontri e più tesori da dividersi. 

- Fine Registrazione Vocale-

venerdì 6 luglio 2012

I briganti

espresse la propria imperiale volontà: il maresciallo radunasse subito un esercito, marciasse contro il covo di quei banditi di palude, lo stritolasse, lo cancellasse dalla faccia della Terra...”  ( tratto dal romanzo cinese -I Briganti- )
- Inizio Registrazione Vocale-
New London, Manhattan.

Ho dovuto svegliarla questa notte quando sono arrivata. Non mi è bastato ritrovare quelle mani ciocciottose o quella pelle che profuma di talco, avevo bisogno di vedere anche i suoi occhi. Erano assonnati, ma dovevo rivederli.
Sono tornata su New London, certamente non per rimanervi. Le intenzioni erano quelle di riprendere Hope e poi di partire per Greenfield. Nei giorni scorsi ho anche mandato svariati messaggi con il c-pad a Roona Mei Wilson, il contatto che mi ha dato miss Saint Laurent. Vi ho provato, ma con scarso successo. Quella terra è troppo ostile e troppo fronteggiata ancora per essere una terra su cui andare a riposarsi. Mi ha detto che è stata ferita. Non ho saputo per quale motivo fino a quando questa mattina mio padre non mi ha messo davanti tuttle le News di questi giorni. Alcune le avevo già lette, ma ho tralasciato questo particolare.
Pare che a Greenfield vi sia una contaminazione biologica. Una bestia che attacca sia gli animali che gli uomini. Sinceramente non sò se mi spiace di più per gli animali o per gli uomini, ma sicuramente non è il momento adatto questo per mettervi piede. O almeno non con Hope.
Non mi fermo. Ho preso una decisione e la porterò avanti. E' quello che ho dichiarato questa mattina davanti ai miei genitori mentre facevamo colazione. Mia madre mi ha accusato di volerva vedere morta di crepacuore. Ho tenuto testa fino a quando non mi sono ricordata di una parola. Compromesso. Il compromesso è una specie di patto. Io dò qualcosa a te e tu dai qualcosa a me. Cosa ho dato io? La promessa che tutte le volte in cui sentirò il pericolo intorno ad Hope la manderò da loro. Che sia per dei giorni, settimane, mesi. Non vi arriverò mai a stare lontana dei mesi e permettere che sia mia madre a crescere la piccola, ma qualcosa dovevo più tentare. Da quel momento hanno cambiato espressione. Loro, ma non io.
La serata ad Hall Point è stata un mezzo successo. Successo intero per la serata con il pubblico, i miei piatti sono stati guardati prima con una certa paura ma poi sono quasi terminati tutti. Non è stata perfetta, e questo lo sapevo fin dal primo momento. Ma è andata bene. Come il tema però ci sono state delle ombre. Evah Adams. Non la sento da giorni, da ancora prima che il tutto fosse pronto e non mi aspettavo nemmeno di vederla durante il buffet. Però mi aspettavo un messaggio. Un ringraziamento o delle lamentele. Qualsiasi cosa, non importava cosa. Non si è fatta proprio sentire. Ha voluto quella clausola nel contratto ma poi non sò se si è curata di verificare il tutto. Vi sono gli altri. Si, vi era Brent Ratliff presente. Ma quel discorso lo ha iniziato lei. Doveva finirlo lei. Impara e metti da parte. Ho imparato e la prossima volta farò tesoro di questo.
Ieri sera ho abbandonato Hall Point dopo una piccola discussione con un membro della sicurezza. Zoya Vasilyeva. Mi sono avvicinata a lei dopo averla riconosciuta. Ci eravamo incontrate al Road House un giorno.Un breve scambio di parole e presentazioni, tanto breve che ieri non mi ricordavo nemmeno il nome. Però mi ricordavo il volto e lei avrebbe dovuto ricordarsi il mio. Mio che era vicino a quello di Ratliff. Adesso il suo discorso di ieri sera non ha fatto una piega quando non ha voluto darmi il contatto del proprio Head. Come membro della sicurezza ha portato a termine il suo dovere. Solo che se avesse usato parole diverse, prima di propinare che avrei potuto agire in malafede sarebbe stato meglio. E la sua aggiunta non è stata da meno. Io non sò parlare. Si, io non sò parlare ma lei non conosce l'educazione. Io non sò parlare, ma sò cucinare. Un piatto troppo piccante può essere la morte di uomo o donna che sia. Sentirmi offendere in quel modo non mi è piaciuto per niente. E ringrazio che sia stata un ombra solitaria in mezzo a tutto lo splendore ed educazione degli altri che ho conosciuto. Oltretutto ho un pensiero mio.  Vero che ognuno è padrone delle proprie azioni e fautore dei conti da pagare ma credo che su quello skyplex abbiano ben poco da alzare la testa.
Eleazar Ritter. E' il medico o qualcosa del genere dello Skyplex. Ricercato prima e poi ferito e fermato dalla Flotta dell'Alleanza. E' accusato di aver rapito il Vice Ceo della Blue Sun e di un altro dottore oltre a danni all'ospedale di Capital City. Quando mio padre mi ha fatto leggere la Holonews non volevo credervi. Al Black Oak Ranch poi! Ho cercato di fingere al meglio di non conoscerlo. Non potevo dirgli che l'avevo incontrato alcuni giorni prima e che gli avevo chiesto una collaborazione.
 Ferito durante la cattura al momento Eleazar Ritter è stato sottoposto a cure mediche ed ormai fuori pericolo di vita. (citazione dall'Holonews del gdr )
Io sono contro la brutalità dell'Alleanza in questi momenti. Ne discussi anche con Julius un giorno. Fuoco chiama fuoco e se davvero vuoi comandare ed essere portatore della tua legge devi essere diplomatico non un assassino. Però gli sbagli si pagano. A Greenfield possono avere tutte le ragioni del Verse per volere la propria indipendenza, ma vi è modo e modo per averla. Voglio vedere Greenfield. Passerò questi giorni con Hope, con il c-pad spento. Ma poi voglio andare a Greenfield.
E come sempre, mentre alcuni banchettano e si divertono, altri muoiono o combattono. Non cambia. E non credo cambierà mai. E' un circolo vizioso. Vi sono e vi saranno sempre dei Briganti. Ma come in quel libro, chi è veramente il Brigante?

-Fine Registrazione Vocale- 

martedì 3 luglio 2012

Explosion

- Inizio Registrazione Vocale -
Skyplex Hall Point

Mia madre era indisposta quella sera. Accompagnai io mio padre a quella serata di gala. Ero annoiata al tavolo quando mi giunse la chiamata. Quella chiamata che ha cambiato tutta la mia vita. Mi sono alzata dal tavolo e ho corso. Non sapevo nemmeno io dove stavo correndo, quella corsa non poteva certo portarmi su Hera, ma dovevo correre. Il cuore batteva all'impazzata e le lacrime uscivano senza poterle fermare.
Sono passati tre anni da quella sera e non avrei mai pensato di tornare a correre con il cuore palpitante e le lacrime che scendono a fiotti dai miei occhi.
Un esplosione.
Eravamo al Road House di Hall Point, uno dei locali dello skyplex. Ero in mezzo a due tipi uno più strano dell'altra, con una pipa in mano che conteneva tutto tranne qualcosa di legale. Non era mia. L'avevo sottratta ad una ragazzina, troppo ragazzina e troppo ingenua per poterla tenere in bocca.
Quando il boato ha scosso tutto. Adesso sò. Adesso sò cosa si prova in quei momenti. Niente. Non si prova assolutamente niente, perchè la morte non bussa e non avverte. Arriva e basta. Sai che puoi andarvi incontro ma a volte arriva senza aspettarla. Potevo morire. Poteva essere un attacco allo skyplex e dall'altra parte vi era Hope nell'alloggio con solo la balia a proteggerla.
Non ho guardato cosa fosse successo, non ho visto chi vi ha rimesso la vita. Ho guardato solamente per alcuni attimi quelle macerie e poi sono corsa. Sono corsa da lei. Sono corsa ad abbracciarla piangendo. Fatico ad ammetterlo, ma adesso comprendo le parole di mia madre. Se mi dovesse succedere qualcosa cosa ne sarà di mia figlia. Si, vi saranno loro, ma non voglio che cresca con il dolore stampato nell'anima.
Mi ha visto piangere, si è spaventata. Ho cercato di calmarla e poi ho chiamato mio padre.
"Stanno venendo Hope con la balia. Per un paio di giorni rimarranno da voi. E' meglio così" Non ho dato spiegazioni, riagganciando subito. Non ero lucida da poter sopportare una discussione sia con mio padre, nè tanto meno con mia madre. Ho avuto la forza di parlare loro solo quando mi hanno chiamato per avvertirmi che la bimba era arrivata. Era l'ultima cosa che dovevo fare, era l'ultima scelta tra tante che avevo, ma era l'unica che mi permetteva di salvaguardare la vita di mia figlia.
Attentato? Fatalità? Non sò cosa sia successo e perchè vi sia stata quell'esplosione. Sò solamente che io posso rischiare, Hope no. Mio padre mi ha detto di venire via. Di rinunciare a quel lavoro. Ci avrebbe pensato lui alle clausole del contratto che ho firmato.
No. No e poi no. Non posso scappare alla prima difficoltà che mi si palesa davanti. Ho giurato sulla tomba di suo padre che avrei cresciuto Hope lontana dal mondo ovattato in cui sono cresciuta io e da quello troppo reale e crudele di suo padre. Hope crescerà in una vita vera. Fatta di momenti facili e momenti difficili. Mia figlia non si ritroverà nell'adolescenza, ingenua come la ragazza che ho conosciuto ieri. No. Non lo permetterò mai. E se questo significa che ogni tanto devo rischiare, bene rischio. Ho un buffet da preparare. Finire di preparare. Le basi sono pronte. Domani sera vi sarà la festa e comunque vada dopo prenderò la prima navetta per tornare a prendere mia figlia. Vi stò mettendo sudore ed anima in ogni creazione e sarà lo spettacolo che mi hanno commissionato. Ho passato notti a studiare ingredienti e composizioni e non lo lascio a metà per vivere in un mondo che non è il mio.  Ho chiesto un contatto del Black Oak Ranch a miss Saint Laurent. Lo userò. Farò prima un salto io e poi porterò anche Hope.
Il tizio di ieri, Bill, aveva ragione. Un cielo azzurro, un prato verde e la terra sono le cose migliori per rimettersi in sesto.

- Fine Registrazione Vocale -