martedì 3 luglio 2012

Explosion

- Inizio Registrazione Vocale -
Skyplex Hall Point

Mia madre era indisposta quella sera. Accompagnai io mio padre a quella serata di gala. Ero annoiata al tavolo quando mi giunse la chiamata. Quella chiamata che ha cambiato tutta la mia vita. Mi sono alzata dal tavolo e ho corso. Non sapevo nemmeno io dove stavo correndo, quella corsa non poteva certo portarmi su Hera, ma dovevo correre. Il cuore batteva all'impazzata e le lacrime uscivano senza poterle fermare.
Sono passati tre anni da quella sera e non avrei mai pensato di tornare a correre con il cuore palpitante e le lacrime che scendono a fiotti dai miei occhi.
Un esplosione.
Eravamo al Road House di Hall Point, uno dei locali dello skyplex. Ero in mezzo a due tipi uno più strano dell'altra, con una pipa in mano che conteneva tutto tranne qualcosa di legale. Non era mia. L'avevo sottratta ad una ragazzina, troppo ragazzina e troppo ingenua per poterla tenere in bocca.
Quando il boato ha scosso tutto. Adesso sò. Adesso sò cosa si prova in quei momenti. Niente. Non si prova assolutamente niente, perchè la morte non bussa e non avverte. Arriva e basta. Sai che puoi andarvi incontro ma a volte arriva senza aspettarla. Potevo morire. Poteva essere un attacco allo skyplex e dall'altra parte vi era Hope nell'alloggio con solo la balia a proteggerla.
Non ho guardato cosa fosse successo, non ho visto chi vi ha rimesso la vita. Ho guardato solamente per alcuni attimi quelle macerie e poi sono corsa. Sono corsa da lei. Sono corsa ad abbracciarla piangendo. Fatico ad ammetterlo, ma adesso comprendo le parole di mia madre. Se mi dovesse succedere qualcosa cosa ne sarà di mia figlia. Si, vi saranno loro, ma non voglio che cresca con il dolore stampato nell'anima.
Mi ha visto piangere, si è spaventata. Ho cercato di calmarla e poi ho chiamato mio padre.
"Stanno venendo Hope con la balia. Per un paio di giorni rimarranno da voi. E' meglio così" Non ho dato spiegazioni, riagganciando subito. Non ero lucida da poter sopportare una discussione sia con mio padre, nè tanto meno con mia madre. Ho avuto la forza di parlare loro solo quando mi hanno chiamato per avvertirmi che la bimba era arrivata. Era l'ultima cosa che dovevo fare, era l'ultima scelta tra tante che avevo, ma era l'unica che mi permetteva di salvaguardare la vita di mia figlia.
Attentato? Fatalità? Non sò cosa sia successo e perchè vi sia stata quell'esplosione. Sò solamente che io posso rischiare, Hope no. Mio padre mi ha detto di venire via. Di rinunciare a quel lavoro. Ci avrebbe pensato lui alle clausole del contratto che ho firmato.
No. No e poi no. Non posso scappare alla prima difficoltà che mi si palesa davanti. Ho giurato sulla tomba di suo padre che avrei cresciuto Hope lontana dal mondo ovattato in cui sono cresciuta io e da quello troppo reale e crudele di suo padre. Hope crescerà in una vita vera. Fatta di momenti facili e momenti difficili. Mia figlia non si ritroverà nell'adolescenza, ingenua come la ragazza che ho conosciuto ieri. No. Non lo permetterò mai. E se questo significa che ogni tanto devo rischiare, bene rischio. Ho un buffet da preparare. Finire di preparare. Le basi sono pronte. Domani sera vi sarà la festa e comunque vada dopo prenderò la prima navetta per tornare a prendere mia figlia. Vi stò mettendo sudore ed anima in ogni creazione e sarà lo spettacolo che mi hanno commissionato. Ho passato notti a studiare ingredienti e composizioni e non lo lascio a metà per vivere in un mondo che non è il mio.  Ho chiesto un contatto del Black Oak Ranch a miss Saint Laurent. Lo userò. Farò prima un salto io e poi porterò anche Hope.
Il tizio di ieri, Bill, aveva ragione. Un cielo azzurro, un prato verde e la terra sono le cose migliori per rimettersi in sesto.

- Fine Registrazione Vocale -